La gestione del cambiamento
17 maggio 2019

14:00 / 18:00 - Aula formazione Assoservice Confindustria BA-BAT Via Amendola 172 - Bari

Qualsiasi organizzazione, piccola o grande, imposta un proprio sistema per mettere in relazione gli obiettivi di esercizio che si vogliono raggiungere, con i risultati che effettivamente saranno raggiunti -durante l’anno ed alla fine- e lo stesso ragionamento si può estendere anche ad obiettivi pluriennali. Se sei un imprenditore, infatti, sai bene quali obiettivi hai stabilito per la tua azienda per quest’anno e a che punto sei del percorso per raggiugerli. Tuttavia, se così non fosse, ti esorterei a farlo! Scopriresti, se hai dei soci -specie se familiari-, che il futuro per ciascuno di voi ha forme molto diverse.  Stabilire gli obiettivi, dunque, ma prima ancora stabilire come stabilirli (si perdoni il gioco di parole) è una ottima occasione di apprendimento, sia per i manager che oggi guidano l’azienda sia per quelli che la guideranno domani; diciamo, metaforicamente, “i vecchi ed i giovani”.

Spesso, i giovani ed i vecchi hanno un diverso modo di percepire il presente ed il futuro, ma soprattutto hanno un diverso modo di affrontare quello che percepiscono. Tali differenze, nel tempo, possono creare dei divari amplificati e di più complessa risoluzione, per via delle implicazioni emotive che l’essere parenti (genitori-figli, zii-nipoti ecc.) comporta. Per questa ragione, nelle imprese familiari, alle volte, il dialogo tra i vecchi ed i giovani si impantana in labirinti potenzialmente implosivi. Il rischio è che questo accada quando le condizioni emotive e di business, non lasciano più il tempo che effettivamente servirebbe.

 Il buon senso, la saggezza ed il senso di responsabilità, devono soccorrere la parte più pigra di noi per disinnescare queste bombe ad orologeria che, se caricate oltremodo, rischiano di lasciare parecchie vittime sul terreno. In una battaglia, non vincono necessariamente i giusti, ma più spesso vincono i più forti o i più astuti.  I giusti, in verità, si sforzano di “costruire la pace” investendo tempo, energie ed emozioni ben prima che la miccia si sia consumata: quale migliore occasione per disinnescare la bomba, se non la costruzione di un nuovo futuro?

Se il primo passo è quello di chiarire gli orizzonti dell’impresa, il successivo è quello di lavorare sulla trasparenza dell’organizzazione e dei processi, per chiarire almeno le gerarchie e le procedure, oltre che per metterle in relazione con gli obiettivi di business. Do per scontato che il grosso della gestione della conoscenza e delle prassi operative sia appoggiato su un solido sistema informativo (in caso contrario ci sarebbero altre questioni da affrontare prioritariamente), tuttavia questa fase pone sotto la lente due questioni chiarificatrici:

  • Una più tecnica come l’esplicitazione dell’organizzazione del lavoro, cioè la mappatura dei processi e la schematizzazione di come gli stessi vedono coinvolti i ruoli e le persone;
  • L’altra più culturale, come l’esplicitazione di un modo efficace di “fare impresa”, cioè in quale modo vengono coinvolti i diversi livelli intermedi in un processo responsabilizzante, fatto di costruzione di obiettivi, costruzione di programmi, decisioni ed attuazione di flussi operativi per raggiungere i risultati desiderati.

Sia il primo aspetto sia il secondo, sono evidentemente due opportunità per riqualificare le modalità comunicative e lavorative dell’impresa, formando, stimolando, sostenendo, verificando le capacità di ciascun responsabile nel ricoprire il proprio ruolo. Non mi riferisco tanto alle capacità tecniche, quanto a quelle relazionali, manageriali, comportamentali.  Era a questo che mi riferivo quando parlavo del rischio di non avere tempo per completare il lavoro. Completare vuol dire porre le basi per il cambiamento culturale.

Il workshop offre una panoramica su come affrontare il cambiamento e la costruzione di una modalità continua di riflessione e dunque trasformazione della dimensione organizzativa dell’azienda, proponendo una strategia in cinque punti che dia un senso al lavoro ed all’imprenditorialità familiare. Si tratta di un approccio obbiettivamente faticoso, culturale -quindi che richiede tempo- ma sicuramente efficace, un’esperienza forse un po’ dolorosa ma tanto, tanto emozionante!

Un simile sforzo richiede costanza e spesso conviene farsi aiutare per costruire una sequenza di passi con cui valutare e decidere consapevolmente come costruire il futuro a partire dal presente. Di sicuro, questo cambiamento, nasce da una prima consapevole decisione: iniziare prima possibile.


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Antonio Massari

Esperto di Learning Organization facilita processi partecipati aziendali e territoriali. Nel terziario avanzato da oltre 20 anni è formatore e consulente per il privato e per il pubblico. Facilita eventi interattivi e tiene corsi sullo sviluppo delle competenze relazionali, creative e dell’apprendimento, e di formazione dei formatori. Ha curato lo start-up di PMI.